Continua a Momiano il ciclo di conferenze dedicate al recupero della memoria storica del Castello dei conti Rota. La penultima, ospitata dalla locale Comunità degli Italiani venerdì 24 aprile 2015, è stata quella dello storico e curatore del Museo del territorio parentino, prof. Gaetano Benčić, dal titolo “La costruzione del castello di Momiano e il casato dei da Momiano”.
Dopo la conferenza di Rino Cigui sulle confraternite religiose e le edicole votive a Momiano e nel suo territorio, Benčić ha illustrato la Momiano del Medioevo, più precisamente del XIII secolo, epoca in cui vennero edificate le mura del castello e la sua poderosa torre. Presenti tra il pubblico anche la vicepresidente della Regione Istriana, Giuseppina Rajko, la sovrintendente ai Beni culturali dell’Istria, Lorella Limoncin Toth e i rappresentanti di altre Comunità degli Italiani.
“Il maniero è stato costruito quando i signori del castello erano i da Momiano, casato appartenente a un ramo dei Duinati” – ha spiegato il prof. Benčić -. “Vossalco da Duino, primo a essere menzionato nel 1234, divenne poi Vossalco da Momiano. Fu probabilmente con lui che iniziò la costruzione del castello per concessione del patriarca di Aquileia”. Lo studioso ha raccontato al pubblico anche la vicenda di Biaquino da Momiano e di suo fratello Conone, due figure importanti nella vita politica istriana del XIII secolo, i quali cercarono di allargare la loro influenza oltre il ristretto territorio di Momiano, anche in alcune cittadine della costa, come ad esempio Cittanova. Si trattava di personaggi di spicco della vita politica istriana del tempo, circostanza questa dimostrata anche dal fatto che ricoprivano l’incarico di podestà pure a Pirano, Buie, Montona e Parenzo. Nel 1274 Biaquino venne brutalmente ucciso dai signori di Pietrapelosa. Suo fratello Conone andò poi a vendicarlo e con l’aiuto del conte di Gorizia decapitò i Pietrapelosa. “È stato certamente un periodo turbolento della storia istriana”, ha spiegato Benčić, “perché delitti di questo genere non erano infrequenti sul territorio”.
Nel frattempo Venezia cominciava a esercitare la sua influenza sulle città costiere. Momiano, da castello dell’entroterra, divenne sede di un casato importante della scena politica di allora, soprattutto per la sua posizione particolarmente strategica. La decadenza del castello iniziò dopo il 1280. Benčić ha colto l’occasione per presentare al pubblico anche una breve ma interessante descrizione architettonica del castello, confrontandolo con altri fortilizi edificati in Istria nello stesso periodo. Di stampo romanico, la torre del maniero appare molto simile a quella del castello della Moscarda (presso Udine) e assomiglia molto a quelle dei manieri di Chersano e di Duecastelli. “Sono tutti preziosi, ma non potremo mai paragonarli a quello momianese, che si affaccia sulla vallata del torrente Argilla, la quale lo rende speciale”, ha concluso Benčić.
Oggi il castello di Momiano è purtroppo un rudere: i suoi resti, da troppo tempo in stato di abbandono, si riducono a poco più di una torre e se non si interverrà al più presto diventerà sempre più difficile recuperarli. Il consulente amministrativo per la gestione dei progetti di Buie, Sabrina Quarantotto, ha rilevato come si debba agire quanto prima per la salvaguardia del castello e del territorio circostante, in modo da renderlo una risorsa per la zona del Buiese. Il ministero per la Cultura ha confermato comunque lo stanziamento di 250mila kune per il restauro del Castello. La cifra, seppur notevole, non sarà sufficiente per portare a termine l’intera opera di recupero. Ecco perché la Città di Buie, in collaborazione con la CI di Momiano, la Regione Istriana, la Sovrintendenza per i beni culturali dell’Istria, il ministero della Cultura e la Regione Veneto stanno unendo le forze per far decollare un progetto di rivitalizzazione della struttura. La sinergia tra questi enti dovrebbe permettere di attirare investimenti per il recupero del gioiello momianese.
Il ciclo di conferenze si chiuderà il 15 maggio con una conferenza dello storico buiese Denis Visintin, intitolata “Il castello e il suo agro: società ed economia”.
di Arlene Kauzlarić (*)
(*) Articolo tratto da La Voce del Popolo Edizione online del 27 aprile 2015.